Chiesa di San Francesco a Susa (TO). Il convento
dei Frati Minori di Susa
Bienheureux Pierre Cambian
Dominicain, inquisiteur dans le Piémont (+ 1365)
Il fut martyrisé par les Albigeois dans l'exercice de ses fonctions.
À Suse dans le Piémont, l'an 1365, le bienheureux Pierre Cambiani de Ruffia,
prêtre de l'Ordre des Prêcheurs et martyr, massacré dans le cloître des
franciscains par des dissidents, en haine de l'Église.
Martyrologe romain
SOURCE : http://www.saintpatrickdc.org/ss/0202.shtml
Blessed Peter Cambiano
Also
known as
- Peter
de Ruffi
- Peter
of Ruffia
- Peter
Cambiani
- Peter
Cambiano av Ruffi
Profile
Peter’s father was a city councillor, his mother was from a noble family, and the boy was raised in a pious household. He received a
good education, and was early drawn to religious life, with a personal devotion to Our Lady of the Rosary. Joined the Dominicans in Piedmont, Italy at age 16. He continued his studies, and was ordained at age 25. Noted preacher throughout northern Italy. He worked to bring the heretical Waldensians back to the Church. Appointed inquisitor-general of the Piedmont.
In January 1365 Peter and two Dominican brothers went on a preaching mission through the mountains
between Italy and Switzerland, working from the Franciscan friary at Susa, Italy. Peter’s preaching brought many back to the
faith, which earned him the anger of the Waldensians. Three of the heretics came to the friary, asked to
see Peter, and then murdered him at the gate. Martyr.
Born
- stabbed to death with daggers on 2 February 1365 by Waldensian heretics outside the Franciscan friary of Susa, Italy
- buried at the Franciscan house as it was considered unsafe to transport his body
through the hostile heretical territory
- relics translated to the Dominican house in Turin, Italy in 1517 after the friary was destroyed by an invading army
Loving God, in your
mercy you bestowed the crown of martyrdom on Blessed Peter for his defense of the
true faith. Help us by his prayers to please you by a faith that
is manifested through charity. We ask this through our Lord Jesus Christ, your
Son, who lives and reigns with you and the Holy Spirit, one God, for ever and ever. –
General Calendar of the Order of Preachers
Additional Information
- Book of Saints, by the Monks of Ramsgate
- Saints of the Day, by Katherine Rabenstein
- books
- sitios
en español
- Martirologio Romano, 2001 edición
- fonti
in italiano
- Martirologio Romano, 2005 edition
- Santi e
Beati
- nettsteder
i norsk
MLA Citation
- “Blessed Peter
Cambiano“. CatholicSaints.Info. 16 May 2020. Web. 26 January
2021. <https://catholicsaints.info/blessed-peter-cambiano/>
SOURCE
: https://catholicsaints.info/blessed-peter-cambiano/
Beato Pietro Cambiani da Ruffia Sacerdote
domenicano, martire
Ruffia, Cuneo, 1320 circa - Susa,
Torino, 2 febbraio 1365
Lasciata
Ruffia (Cuneo), dove era nato da una famiglia della nobiltà piemontese, entrò
nell'Ordine dei Predicatori, praticando eroicamente la povertà, il rinnegamento
di sé e applicandosi intensamente allo studio. Fu inquisitore della fede a
Torino e non risparmiò fatica per salvaguardare dall'eresia le popolazioni del
Piemonte e della Liguria. Mentre era ospite a Susa (Torino) dei Frati Minori,
fu pugnalato dai valdesi il 2 febbraio 1365, giorno della Presentazione del
Signore. Papa Pio IX confermò il suo culto in data 4 dicembre 1865. Le sue
reliquie sono venerate nella chiesa torinese di San Domenico. Il calendario
liturgio domenicano propone la memoria facoltativa del Beato Pietro da Ruffia
al 3 febbraio, unitamente ai Beati confratelli Antonio Pavoni e Bartolomeo
Cerveri, anch'essi martiri per mano valdese.
Emblema: Palma
Martirologio
Romano: A Susa in Piemonte, beato Pietro Cambiani da Ruffia, sacerdote
dell’Ordine dei Predicatori e martire, che in odio alla Chiesa fu trucidato nel
chiostro dai suoi avversari.
Un inquisitore barbaramente ucciso, se è un martire per la Chiesa cattolica, è considerato invece, dai più, la vittima di un fenomeno religioso, politico e sociale, circoscritto a un determinato periodo storico, di cui era evidentemente protagonista. Nati alla fine del XII secolo e, nel corso dei secoli, assai diversi nel loro funzionamento, a seconda degli stati in cui operavano, i tribunali inquisitori dovevano difendere la fede dalle eresie ma sovente erano strumentalizzati dai vari sovrani per il controllo del territorio. D’altra parte anche i protestanti attuarono un sistema di difesa del proprio credo religioso. I fatti sanguinosi che genericamente e superficialmente identificano l’inquisizione in realtà sono stati meno numerosi di ciò che si crede e comunque si devono valutare nel complesso contesto in cui avvennero. Secoli sono passati, oggi sono altre le eresie da arginare, resta però l’esempio di alcuni uomini che si sono immolati, senza compromessi, a difesa dei fondamenti cattolici. I Domenicani, da sempre a capo dell’Inquisizione, spesso etichettati come intransigenti, pagarono in alcuni casi un tributo di sangue. Il Beato Pietro Cambiani è il protomartire degli inquisitori piemontesi: al suo successore, Beato Antonio Pavoni, toccò la stessa sorte, la domenica in Albis del 1374 a Bricherasio, come pure al Beato Bartolomeo da Cervere nel 1466.
Pietro, di nobile famiglia, nacque a Ruffia (Cuneo), intorno all’anno 1320. A sedici anni abbandonò gli agi familiari per entrare tra i Domenicani di Savigliano dove studiò brillantemente la Sacra Scrittura, la Teologia e il Diritto. Eccellenti doti umane e dottrinarie gli valsero la fama di grande oratore. Ricercato per i preziosi consigli, il suo nome giunse a Roma, tanto che il Papa lo elesse, nel 1351, inquisitore generale per il Piemonte e la Liguria. Torino, che già assumeva le caratteristiche di una capitale, era la sede del tribunale e Pietro vi si stabilì. Nelle immediate vicinanze dell’antica chiesa di S. Domenico, aveva la sua dimora con annesse alcune stanze adibite a carcere speciale.
Il problema più grave per le gerarchie ecclesiastiche era rappresentato dai Valdesi. L’ispiratore era un mercante francese, Pietro Valdo, che nel 1173 aveva rinunciato ai suoi beni per praticare e predicare la povertà. Successivamente il movimento laicale, dividendosi in più correnti, conobbe un rapido sviluppo, raggiungendo anche alcune valli piemontesi. Nati pacificamente, i loro toni degenerarono in attacchi frontali all’autorità ecclesiastica, confutando il potere dei sacerdoti, l’utilità degli edifici di culto e delle indulgenze, negando la venerazione dei santi e il purgatorio. Il Beato Pietro, dotto in scienza e dottrina, conoscendo bene il territorio maggiormente esposto al pericolo, era stato appositamente scelto come inquisitore. Piissimo, zelante nel suo ufficio, instancabile, per quattordici anni operò a Torino, in cui aveva sede il tribunale, e nelle valli della regione. Si spostava a piedi per le strade di montagna, sopportando fatiche enormi. Vista la gravosità del compito, chiedeva forza al Signore, fortificando il proprio spirito con preghiere, penitenze e digiuni. Convertì molti eretici e preservò interi paesi dall’abiura, con un ardore e un impegno eccezionali che però furono causa di molte inimicizie.
Il 2 febbraio 1365, celebrata la S. Messa della Presentazione del Signore nella chiesa francescana di Susa, due sconosciuti, probabilmente valdesi giunti dalle Valli di Lanzo, gli chiesero un colloquio appartato. Nel chiostro lo pugnalarono a morte per poi fuggire. L’omicidio suscitò grande emozione anche perché avvenuto in un edificio sacro, un vescovo dovette in seguito purificare il luogo del delitto. I Savoia, a una dura repressione, preferirono aumentare il presidio del territorio.
La fama del martirio di Pietro Cambiani fu tale che ne parlarono come cosa
notissima Papa Gregorio XI nel 1375 e S. Vincenzo Ferreri nel 1403. Qualche
tempo dopo la sua morte circolava un’incisione in cui gli assassini era
effigiati come demoni. Il corpo rimase a Susa fino al 7 novembre 1516, quando
fu traslato solennemente nella chiesa torinese di S. Domenico. Fu posto in
cornu evangeli con un affresco che lo ritraeva, poi scomparso. Oggi le reliquie
sono venerate nella navata di sinistra. Papa Pio IX il 4 dicembre 1865, nel
quinto centenario della morte, ne confermò il culto. Il Martirologio Romano lo
ricorda al 2 febbraio nell'anniversario della nascita al Cielo. La sua festa,
prima della riforma liturgita seguita al Concilio Vaticano II, era prevista dal
Calendario proprio dell'Arcidiocesi di Torino al 7 novembre. Oggi il Beato
Pietro da Ruffia figura quale memoria facoltativa solo nel calendario liturgio
domenicano al 3 febbraio, unitamente ai Beati confratelli Antonio Pavoni e
Bartolomeo Cerveri, anch'essi martiri per mano valdese.
PREGHIERA
Per tuo amore, o Dio, il Beato Pietro da Ruffia
non esitò ad offrirti la propria vita.
Fa che in unione a Cristo anche noi ti offriamo
il sacrificio della nostra esistenza quotidiana.
Per Cristo
Nostro Signore, amen.
Autore: Daniele
Bolognini
SOURCE : http://www.santiebeati.it/dettaglio/90757
Pietro Cambiani da Ruffia
Ruffia, Cuneo, 1320 circa – Susa, Torino, 2 febbraio 1365
Il Beato Pietro Cambiani è il protomartire degli inquisitori piemontesi: al suo successore, Beato Antonio Pavoni, toccò la stessa sorte, la domenica in Albis del 1374 a Bricherasio, come pure al Beato Bartolomeo da Cervere nel 1466.
Pietro, di nobile famiglia, nacque a Ruffia (Cuneo), intorno all’anno 1320. A sedici anni abbandonò gli agi familiari per entrare tra i Domenicani di Savigliano dove studiò brillantemente la Sacra Scrittura, la Teologia e il Diritto. Eccellenti doti umane e dottrinarie gli valsero la fama di grande oratore. Ricercato per i preziosi consigli, il suo nome giunse a Roma, tanto che il Papa lo elesse, nel 1351, inquisitore generale per il Piemonte e la Liguria. Torino, che già assumeva le caratteristiche di una capitale, era la sede del tribunale e Pietro vi si stabilì. Nelle immediate vicinanze dell’antica chiesa di S. Domenico, aveva la sua dimora con annesse alcune stanze adibite a carcere speciale.
Il problema più grave per le gerarchie ecclesiastiche era rappresentato dai Valdesi. L’ispiratore era un mercante francese, Pietro Valdo, che nel 1173 aveva rinunciato ai suoi beni per praticare e predicare la povertà. Successivamente il movimento laicale, dividendosi in più correnti, conobbe un rapido sviluppo, raggiungendo anche alcune valli piemontesi. Nati pacificamente, i loro toni degenerarono in attacchi frontali all’autorità ecclesiastica, confutando il potere dei sacerdoti, l’utilità degli edifici di culto e delle indulgenze, negando la venerazione dei santi e il purgatorio. Il Beato Pietro, dotto in scienza e dottrina, conoscendo bene il territorio maggiormente esposto al pericolo, era stato appositamente scelto come inquisitore. Piissimo, zelante nel suo ufficio, instancabile, per quattordici anni operò a Torino, in cui aveva sede il tribunale, e nelle valli della regione. Si spostava a piedi per le strade di montagna, sopportando fatiche enormi. Vista la gravosità del compito, chiedeva forza al Signore, fortificando il proprio spirito con preghiere, penitenze e digiuni. Convertì molti eretici e preservò interi paesi dall’abiura, con un ardore e un impegno eccezionali che però furono causa di molte inimicizie.
Il 2 febbraio 1365, celebrata la Santa Messa della Presentazione del Signore nella chiesa francescana di Susa, due sconosciuti, probabilmente valdesi giunti dalle Valli di Lanzo, gli chiesero un colloquio appartato. Nel chiostro lo pugnalarono a morte per poi fuggire. L’omicidio suscitò grande emozione anche perché avvenuto in un edificio sacro, un vescovo dovette in seguito purificare il luogo del delitto. I Savoia, a una dura repressione, preferirono aumentare il presidio del territorio.
La fama del martirio di Pietro Cambiani fu tale che ne parlarono come cosa
notissima Papa Gregorio XI nel 1375 e S. Vincenzo Ferreri nel 1403. Qualche
tempo dopo la sua morte circolava un’incisione in cui gli assassini era
effigiati come demoni. Il corpo rimase a Susa fino al 7 novembre 1516, quando
fu traslato solennemente nella chiesa torinese di San Domenico. Fu posto in
cornu evangeli con un affresco che lo ritraeva, poi scomparso. Oggi le reliquie
sono venerate nella navata di sinistra. Papa Pio IX il 4 dicembre 1865, nel
quinto centenario della morte, ne confermò il culto.
SOURCE : https://www.europacristiana.com/tre-domenicani-martiri-uccisi-dai-valdesi/
CAMBIANO DI RUFFIA, Pietro, beato
di Angela Dillon Bussi - Dizionario Biografico degli
Italiani - Volume 17 (1974)
CAMBIANO DI RUFFIA, Pietro (Cambiani, Pietro
Ruffia), beato. - Si ritiene dai più che il C. sia nato verso il 1320, e che
appartenesse alla nobile famiglia dei Cambiano, signori di Ruffia; una maggiore
incertezza permane sul luogo di nascita, anche se la storiografia più recente
sembra ormai orientata verso la località di Ruffia, piccolo centro nei dintorni
di Savigliano (Cuneo).
Ardua è anche la definizione degli ascendenti del
Cambiano. Mentre sono note e più volte documentate la posizione di preminenza
dei Cambiano in Savigliano e la loro ricchezza, nei secc. XIII e XIV, la
genealogia della famiglia, in quest'epoca, appare lacunosa. Ammesso, com'è
probabile, che il C. sia stato il figlio primogenito di Petrino, figlio di
Nicolino, si dovrebbe dedurne che gli fu madre una nobildonna il cui nome non è
noto, la figlia cioè di Federico I di Saluzzo e di Margherita figlia di
Umberto, delfino del Viennois.
Pare certo che la vocazione religiosa, manifestatasi
fin dalla prima giovinezza, inducesse il C. ad entrare assai presto nel
convento dei domenicani, in Savigliano. Qui compì gli studi e, attraverso i
vari gradi, fu ordinato sacerdote verso il 1345, tenendo conto che le più
recenti disposizioni di diritto, canonico prescrivevano il compimento del
venticinquesimo anno di età per l'assunzione del presbiterato. Del 9 maggio
1351 è il primo documento dal quale risulta con certezza la posizione del C.,
che viene qualificato col titolo di inquisitore "haereticae
pravitatis". Immediatamente soggetto al pontefice, da cui ricevette la sua
missione, ebbe giurisdizione in tutta la Lombardia superiore (Piemonte) e la
Liguria. Il C. tenne l'ufficio sino alla morte, per circa 15 anni, risiedendo
nel convento di S. Domenico a Torino, dove aveva casa e carceri speciali
"sul cantone tra mezzodì e ponente".
Le obiettive difficoltà del compito affidatogli (non
va dimenticato infatti che le valli del Piemonte costituivano il centro della
fede valdese); l'accertamento severo delle qualità personali e la rigorosa
preparazione richiesta dalla regola a chi pronunciasse i voti; infine,
soprattutto, il fatto che fosse stato eletto al difficile incarico, tutto
concorre ad indicare una personalità ed una tempra non comuni. Ma non rimangono
testimonianze sul modo in cui esercitò il suo ufficio. Dal documento citato,
del 1351, si può arguire che vi fu un accordo tra il C. ed i signori di
Lucerna, Giacomo e Tomaino Rorengo, ma di che natura fosse non è stato
tramandato. Certo è logico presumere che si trattasse di uno di quegli accordi
tra autorità religiosa e civile, miranti a colpire l'eresia, di cui abbiamo
vari esempi in quell'epoca. Ma le modalità dei provvedimenti potevano variare
molto, a seconda dello zelo dell'inquisitore e dell'interesse politico del
signore. Ben più significativo, per la figura del C., sarebbe il contenuto di
un documento (Prot. cam., 132, 7 s.) del 15 giugno 1354, stipulato in Pinerolo,
con cui Giacomo di Savoia, principe di Acaia, dietro sollecitazione
dell'inquisitore, impose ai nobili Ballangero e Hueto Rorengo, signori di
Lucerna, di far incarcerare molti sospetti di eresia, che abitavano nei loro
domini. Data, luogo e gravità del provvedimento farebbero pensare al C. quale
suo ispiratore, ma il testo riporta un altro nome, quello di Ruffinus de
Gentilibus (qualificato "inquisitor haereticae pravitatis"). Il
Rorengo per primo e poi il Gabotto non dubitarono si trattasse invece del
Cambiano.
Troviamo poi menzione del C. in un testamento del 10
luglio 1361 (Racc. doc., misc. 60, 92), nel quale Lionella de Gorzano,
nobildonna torinese, lo elegge suo esecutore testamentario. Nel gennaio del
1365 il C. si recò nella valle di Pragelato, con il proposito di predicare e
frenare il dilagare dell'eresia. A Susa, nel convento dei francescani, il 2
febbraio successivo, ricevuta nel chiostro la visita di uno o più sconosciuti
(le versioni sono contrastanti), ne fu ucciso con un'arma da taglio.
Il chiostro fu riconsacrato alcuni mesi dopo, il 31
maggio 1365, da mons. Tommasi, vescovo di Tiatira, come risulta dal verbale
pervenutoci. Il corpo del C., sepolto nella chiesa dei frati minori a Susa, vi
rimase per circa 150 anni. Il 7 novembre 1516, finalmente accolte le richieste
dell'Ordine domenicano di Torino, fu traslato nella chiesa di S. Domenico di
questa città. Il martirio ebbe, ai suoi tempi, molta risonanza ed è ricordato
in lettere di Gregorio XI e di s. Vincenzo Ferreri; al C. fu tributata
venerazione popolare nei luoghi in cui aveva operato. Durante il pontificato di
Pio IX, la S. Congregazione ordinaria dei Riti del 29 nov. 1856 riconobbe e,
successivamente, il 4 dicembre approvò il culto tributato da tempo immemorabile
al C., stabilendo che la festa del beato fosse celebrata il 7 novembre.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Sezione
I, Protocolli camerali, n. 132, ff 4, 7, 8; Torino, Bibl.
reale, Racc. documenti patrii, Sec. XIV, ms., misc. 60, docc. 92, 96;
M. A. Rorengo, Memorie histor. dell'introduttione dell'Heresie nelle Valli
di Lucerna..., Torino 1649, p. 17; G. F. Meyranesio, Pedemontium
sacrum, a cura di A. Bosio, Torino 1863, II, p. 494; A. Teoli, Vita
di s. Vincenzo Ferrerio, Venezia 1736, p. 519; C. M. Arnaud, Vitadel
beato P. Cambiano de' marchesi di Ruffia, in Atti de' santi, beati e
venerabili che nacquero o morirono nel dominio della Real Casa di Savoia, I, Torino
1792, pp. 213-30; G. Massa, Diario de' santi, I, Torino 1815,
pp. 190 ss.; C. Novellis, Biografia diillustri saviglianesi, Torino 1840,
pp. 16 ss.; L. Cibrario, Storia di Torino, II, Torino 1846, p.
263; Positio super introductione causae, Romae 1846; C.
Turletti, Storia di Savigliano, II, Savigliano 1883, pp. 14,
295, 330; III, ibid. 1883-88, pp. 9-63; P. Rivoyre, Ordre donné par
Jacques d'Achaïe d'arrêter plusieurs hérétiques du Val Luserne, in Bulletin
de la Société d'histoire vaudoise, VII (1890), pp. 38-43; F.
Gabotto, Roghi e vendette, Pinerolo 1898, pp. 20-21; Torino, Bibl.
naz., A. Manno, Il patriziato subalpino, III (dattiloscritto), f. 187; R.
M. Bianchi, Il "SanDomenico" e i domenicani di
Torino, Torino 1932, pp. 13-14, 70; G. Moroni, Dizionario di
erudizione storico-ecclesiastica, LXXXVII, p. 237; Enc. catt., IX. col.
1445; Bibliotheca Sanctorum, III, coll. 705-06.
SOURCE : https://www.treccani.it/enciclopedia/cambiano-di-ruffia-pietro-beato_(Dizionario-Biografico)/
Den salige Peter Cambiano av Ruffia (~1320-1365)
Minnedag: 2.
februar
Den salige Peter
Cambiano [Cambiani] (it: Pietro) ble født rundt 1320 i Ruffia i provinsen Cuneo
i regionen Piemonte i Nord-Italia. Han kom fra den adelige
familien Cambiani, hans far var byråd, og hans mor var av adelsslekt. De var
fromme og omsorgsfulle foreldre, og de ga sin sønn en god utdannelse, særlig i
troen. Peter ble en dyktig elev og en from og sympatisk gutt. Han ble trukket
mot dominikanerordenen (Ordo Fratrum Praedicatorum – OP) via
rosenkransandakten. Vår Frue av
Rosenkransen var den spesielle skytshelgenen for Piemonte, og han
hadde en personlig hengivenhet til henne. Da han var 16 år gammel, oppsøkte han
dominikanerne i Piemonte og ba om å bli ikledd drakten.
Han fortsatte sine studier og sin bønn og ble en
eksemplarisk ordensmann, og han ble svært lærd i Skriften, teologi og jus. Han
praktiserte også fattigdomsløftet heroisk. Han ble presteviet 25 år gammel.
Hans dyktighet som predikant var allerede åpenbar, og hans klare og sterke
stemme var særlig nyttig på en tid da forkynnelsen ofte foregikk under åpen
himmel. Peters aktive liv strakte seg over tyve år, for det meste blant
kjetterne i Nord-Italia. Dominikanernes lombardiske provins hadde et edelt
rykte å leve opp til, for de vandret i martyrers fotspor, og de gjorde et poeng
av å forberede sine menn omhyggelig på kontroverser og en mulig martyrdød.
Peters første oppdrag ble å forkynne for valdenserne. Disse ivrige og villedede menneskene var tilhengere av læren til Peter Valdes, en rik kjøpmann fra Lyon som i 1173 ga bort alt han eide og begynte å forkynne idealet om fattigdom og inviterte andre legfolk å gjøre det samme. Bevegelsen, som ligner på katarene i Sør-Frankrike, hadde startet som en evangelisk kampanje for hellig fattigdom, men utviklet senere kjetterske overtoner. Opprinnelig så kirkelige myndigheter relativt positivt på dem, selv om de understreket at legfolk ikke hadde tillatelse til å preke uten offisiell sanksjon. Men deretter ble holdningene hardere, og de ble utvist fra Lyon og erklært som kjettere.
Etter en periode av sameksistens med en lignende
bevegelse, Humiliati, splittet valdenserne seg i flere fraksjoner, og de
fleste av dem søkte forsoning med Kirken og søkte offisiell anerkjennelse av
sitt fellesliv. Deres ideer spredte seg raskt på 1200-tallet fra Frankrike til
Nederlandene, og også til så til Lombardia via Sveits. Innen 1320 hadde de
kommet til dalene i Piemonte og omvendt de fleste av innbyggerne. Der var det
Peter skulle møte dem. Alt ved slutten av 1100-tallet hadde deres radikale,
fredelige ideer utviklet seg til en forakt for Kirkens makt. De erklærte at
prester ikke hadde noen autoritet, at kirkebygninger av ubrukelige, at
helgenkult var fåfengt, at skjærsilden var et bedrag og at avlat var en skjensel.
Det var etablert en inkvisisjon for å møte denne utfordringen allerede
før Peter
Martyr av Veronas død hundre år tidligere. De ble forfulgt av
inkvisisjonen, men overlevde, og de ble protestanter etter reformasjonen.
Den unge Peter arbeidet så godt med sitt prekenarbeid
blant valdenserne at ordenen sendte ham til Roma for høyere utdannelse. Paven
var imponert både av hans talent og hans familienavn, og på grunn av hans
lokalkunnskaper utnevnte pave Innocent VI (1352-62) ham i 1351 til
generalinkvisitor i Piemonte og Lombardia. Det var en ettertraktet post, og for
en dominikaner innebar den praktisk talt en sikker martyrdød og en fortsettelse
av en stolt tradisjon.
Peter arbeidet i fjorten år i bispedømmet Torino. I
januar 1365 forlot han dominikanerklosteret i Torino sammen med to ledsagere
for å legge ut på en lang prekenreise som ville føre dem til fjellområdene mot
den sveitsiske grensen, der kjetterne hadde gjort stor skade. Deres liv var
hele tiden i fare. Fransiskanerne i Susa lot dem gjestfritt bruke sitt kloster
der som base, og derfra dro de ut på korte, men svært aktive prekentokt mot
valdenserne.
Peters forkynnelse førte til en rekke oppsiktsvekkende
frafall fra valdensernes rekker, og det ble derfor bestemt at han måtte dø. Den
2. februar 1365 kom tre av kjetterne til fransiskanerklosteret og sa at de
hadde en viktig beskjed til Peter av Ruffia. De ventet på ham i klostergangen
nær porten, og da han kom, omringet de ham og drepte ham med dolkene sine.
Peter døde nesten med det samme, før han fikk gitt noen beskrivelse av sine
drapsmenn. Morderne flyktet inn i en dal hvor kjetterne ville beskytte dem. Hele
Piemonte, Sveits og Savoia var i opprør over mordet på Peter, som de betraktet
som «en helgen i live, en martyr i døden».
Fransiskanerne i Susa holdt på Peters legeme fordi de
mente at det ikke ville være trygt å transportere det til nærmeste
dominikanerkloster, så han ble gravlagt blant fransiskanerne. Der forble
relikviene i 150 år, til klosteret i 1516 ble jevnet med jorden og vanhelliget
av en invaderende hær. Dat ble relikviene brakt til Torino og skrinlagt hos
dominikanerne der.
Peter ble saligkåret den 4. desember 1856 ved at hans
kult som martyr ble stadfestet av den salige pave Pius IX (1846-78).
Hans minnedag er dødsdagen 2. februar, mens dominikanerne minnes ham den 7.
november.
Kilder: Attwater/Cumming,
Butler (II), Benedictines, Index99, KIR, Patron Saints SQPN, Infocatho,
santiebeati.it - Kompilasjon og oversettelse: p. Per Einar Odden -
Opprettet: 2000-07-30 00:00 - Sist oppdatert: 2006-06-30 11:44